La difesa ad ogni costo
Israele vada fino in fondo

Un servizio del tg3 di ieri sera ha reso in maniera esemplare lo stato di crisi in medioriente. Una giovane palestinese ai microfoni dell’emittente, ha detto che non è possibile la pace con chi occupa la tua terra, mentre una giovane israeliana ha risposto che è altrettanto impossibile la pace con chi vuole distruggerti. Un diallele limpido che spiega del perchè la tregua si è interrotta subito, di fatto, non è mai partita e si dubita ora che possa svolgersi una qualche trattativa. Israele, è accusata di occupare la terra palestinese, dopo che si è ritirata dalla striscia di Gaza da più di otto anni. A meno che qualcuno ritenga gli insediamenti coloni in Cisgiordania una occupazione, è evidente che “la terra” in questione è un’ altra. Si tratta della terra di Israele, è quella la terra dello Stato palestinese per cui si combatte. Come si può allora formulare con un qualche realismo l’ipotesi dei “due popoli, due Stati”, quando il popolo palestinese esclude il diritto dello Stato israeliano. Lo Stato ebraio sorge sullo Stato palestinese, non su Gaza, o sulla Cisgiordania, ma su Gerusalemme, Hebron e perché no, anche Tel Aviv, tutta Palestina. Se qualcuno ha mai pensato che lo Stato palestinese potesse essere limitato tra Gaza e la Cisgiordania, e unificato attraverso chissà quale raccordo geometrico, ha tempo per ricredersi in fretta. Lo stato palestinese, comprende la valle della Bekaa, arriva a Damasco, assorbe la Giordania. E’ il motivo per cui libanesi, giordani, siriani, hanno sempre fatto volentieri a pezzi i palestinesi quando ne avevano l’opportunità. Da libanesi, giordani e siriani i palestinesi vengono visti come i responsabili della scissione dell’Egitto a cui Gaza era sempre appartenuta. I nazionalisti arabi sono gelosi dei loro confini e sono disposti a sostenere i palestinesi solo se minacciano quelli di Israele, non i propri. Per cui non c’è molto da discutere. Volete che i palestinesi abbiano uno Stato? Distruggiamo Israele e scompaginiamo tutta le regione più di quanto lo sia già. Riteniamo invece che Israele abbia diritti storici e politici oltre che geografici e religiosi per restare dov’è? Prepariamoci a sostenerne la lunga guerra che ha intrapreso dal primo giorno della sua nascita. Cosa è cambiato con Hamas al vertice del potere a Gaza al posto di Fatah? Che non c’è più una soluzione politica al conflitto, resta solo l’opzione militare. Alcuni sono convinti che con questa sola opzione non si possa vincere perché è troppo ampio l’arco delle forze che si oppongo ad Israele. Invece, come qualsiasi guerra, anche questa si può vincere, se si comprende che solo0 da questa di pende la propria esistenza. Non si può pensare di fare quello che nessun paese in guerra nella Regione, mai farebbe, una guerra con i buoni sentimenti. Israele deve eliminare radicalmente i nemici che la minacciano. Costi quello che costi e il costo sarà alto, bisogna andare fino in fondo.

Roma, 16 luglio 2014